A Gelmo, hermano di fuga.
«Finiremo dentro. Me lo sento».
«No, fidati, ci lavoro da un mese. Entriamo, ci facciamo dare i soldi, usciamo e imbocchiamo il vicolo di corsa. Liscio e pulito».
«Non so. Non mi convince…».
«Senti, cosa cazzo pensi che gliene freghi a quella gente? Di’, cosa vuoi che gliene frega dei soldi di qualcun altro? Tu gli avvicini il taglierino alla gola e quelli non ci pensano due volte. Roba di due minuti. Il tempo di vuotare la cassa».
«È che… Butta male, non so. Me lo sento».
«Dici cazzate, tu. Muoviti, stammi dietro».
Restarono fermi, come bloccati. Si fissavano con sguardi grevi.
«Senti, lasciamo perdere. Io dico che non è giorno», riprese il primo.
Era il più vecchio tra i due, e aveva una paura fottuta.
L’altro sbottò: «Perdio! È tre mesi che non parliamo d’altro. E adesso… Senti questo! Non è giorno, dice. Cristo santo!».
«È che…. Senti, è che stanotte ho fatto un sogno. Ho sognato gente in un bagno di sangue», disse il più vecchio dei due. «Una cosa così, ecco. Non so. Io dico che non dovremmo entrare. Non dovremmo farlo, ecco».
Si fissava la punta delle scarpe e giocherellava nervoso con un dito nel colletto della maglia.
«Un cazzo!», disse l’altro. «Indietro non ci torno. Un bagno di sangue! Ma perdio, senti questo! Frega un cazzo, io indietro non torno. E tu nemmeno».
Si fermò un momento. «Allora, ti dico io cosa si fa. E ascoltami, Cristo! Entro io per primo, tu mi stai dietro. Si va dritti alla cassa, si tira fuori il taglierino e in meno di due minuti pigliamo i soldi e siamo fuori».
Lo guardò come a incoraggiarlo a parlare, ma quello non apriva bocca. Non c’era verso.
«Mi hai sentito? T’ho detto che entro io per primo. Vado io, ok? Tu devi solo starmi dietro. Facciamo così, eh? Vado io. Tu non apri neanche la bocca, parlo io. Contento?».
L’altro continuava a tacere. Si guardarono di nuovo.
«Allora?».
Finalmente quello annuì. Sembrava possibilista, ora.
«Bene», fece il giovane. «Allora mettiamo su questi stramaledetti affari e muoviamoci», disse passando all’altro il passamontagna e girandosi di scatto per voltare l’angolo.
Entrarono sbattendo la porta. Il giovane corse avanti, il vecchio si bloccò sulla porta. Cacciò un urlo. Quattro uomini si girarono verso di loro e fecero fuoco contemporaneamente.
Fu un bagno di sangue. Un fottuto bagno di sangue.
La rapina, quella vera, era cominciata dieci minuti prima.